Demofoonte, libretto, Stoccarda, Cotta, 1764

 ATALANTA ED IPPOMENE
 ballo
 
    Atalanta figlia di Seneo, re dell’isola di Sciro, oltre l’essere ornata di tutti i pregi della bellezza, fu dotata ancora d’una somma destrezza in tirar l’arco e d’una leggerezza infinita nel corso. Molti giovani principi contemporanei la bramarono e la chiesero in isposa. Atalanta determinossi alfine ad accordar la sua destra al solo che avria saputo superarla nel corso. Ippomene riporta questa vittoria coll’aiuto però de’ pomi d’oro che Venere gli consigliò di gettare per la carriera che furono occasione di qualche ritardo alla giovane Atalanta. Atalanta contrasta con diversi principi che aspirano alle di lei nozze. Ella ne disfida uno colla mazza; l’altro alla lotta e l’ultimo al corso. Ippomene ne riporta la vittoria e la corona. Il popolo parte nobile e parte villereccio concorre a formarne la festa. Ognuno secondo il rango suo va a coronare il vittorioso, chi con rami d’alloro e chi con ghirlande di fiori. L’azione del ballo viene interrotta da differenti passi a questo soggetto sempre però convenevoli. Termina il ballo con un gruppo piramidale composto di sessanta fra ballerini e ballerine. Ippomene e Atalanta che stanno al centro di questo gruppo sono coronati da quanti li stanno loro d’intorno.